La Regione Toscana festeggia i vini premiati al Concours Mondial de Bruxelles 2019

In occasione della conferenza stampa di lancio delle numerose attività di promozione a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese vitivinicole della Toscana, la Regione Toscana ha organizzando una cerimonia di riconoscimento presso la Sala Pegaso in Piazza Duomo a Firenze, per celebrare le aziende premiate al Concours Mondial de Bruxelles

Alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi, dell’Ambasciatore per l’Italia del CMB Carlo Dugo, delle autorità e dei media nazionali, la Regione Toscana ha consegnato un attestato di riconoscimento per le aziende che si sono distinte all’edizione 2019 del Concours Mondial de Bruxelles.

Ci riempie di orgoglio come I Balzini White Label 2015, con la sua medaglia d’argento, “rappresenti la Toscana ai vertici della qualità mondiale….”.

Alla premiazione è seguita la degustazione dei vini vincitori guidata dai Sommelier della Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori FISAR.

DONNE IN CAMPO. I BALZINI ANCORA SPONSOR DI FIORENTINA WOMEN’S FC

L’azienda vinicola I Balzini sostiene la squadra di calcio femminile della Fiorentina. Una scelta di campo che vuole valorizzare l’emancipazione femminile in settori tipicamente maschili rendendo le donne ispiratrici di nuovi valori per le generazioni future

I Balzini, azienda che produce vini di eccellenza a Barberino Val D’Elsa, ha un vissuto al femminile: è condotta da tempo da donne, ha uno staff a maggioranza femminile e un enologo donna. Un’impronta aziendale frutto non di una scelta di genere ma “di campo”! Rinnovando a ottobre il contratto di sponsorizzazione alla Fiorentina Women’s Diana D’Isanto, che conduce l’azienda agricola, ha voluto sostenere un progetto che vede le donne protagoniste in quanto portatrici di nuovi valori.

In un mondo per certi aspetti molto aggressivo, con episodi di violenza che a volte si riverberano anche in certi stadi. Ci aspettiamo che le giovani donne portino attenzione, dignità e rispetto, valori che non devono mancare nella vita in generale e sopratutto nello sport. Lavorare in settori tipicamente maschili potrà diventare, per le donne delle generazioni future, una fonte di ispirazione per nuove scelte professionali.

Le squadre di calcio femminili, e le atlete tutte, chiedono visibilità, riconoscimento della qualifica professionale (attualmente tutte le atlete italiane sono infatti dilettanti per effetto della legge n.91/81). La dignità di donne calciatrici professioniste sarebbe un giusto riconoscimento per queste atlete che si impegnano, in campo e nella vita, a perseguire anche progetti di solidarietà, educativi, aiutando le ragazze a credere in se stesse, innestando semi di etica e di impegno. A dimostrazione che, anche attraverso lo sport, si possono raggiungere i ragazzi per aiutarli a crescere in quanto cittadini di domani. Per le giovani donne sono, infine, uno stimolo a guardare le opportunità che il mondo dello sport può offrire.

Tutto lo staff I Balzini sosterrà la squadra della Fiorentina per l’importatissima disputa dell’incontro di Supercoppa contro la Juventus (sabato 13 ottobre 2018 – Stadio Picco, ore 20.45) . Le donne viola, capitanate da Alia Guagni, incontreranno le donne bianconere. Con spirito sportivo diciamo che vinca la migliore, ma con un solo cuore speriamo che la Supercoppa si tinga di viola.

V. EDIZIONE DELLA BORSA DI STUDIO I BALZINI

La Borsa di Studio I Balzini taglia il traguardo della V edizione. Rivolta ai migliori neo Sommelier della delegazione di Firenze dell’Associazione Italiana Sommelier, la sfida/evento si terrà domenica 14 ottobre nell’azienda vitivinicola di Barberino Val d’Elsa

Un vero è proprio sodalizio quello tra l’azienda I Balzini e la Delegazione di Firenze dell’Associazione Italiana Sommelier, che si celebrerà il prossimo 14 ottobre. Consolidato anche il format che prevede: prova scritta e degustazione bendata durante la mattina, dove i candidati dovranno riconoscere un vino de I Balzini tra altri vini, e prova orale aperta al pubblico nel pomeriggio, per i tre candidati che avranno ottenuto i migliori risultati.

Oltre a essere un appuntamento atteso e sentito dai neo Sommelier AIS, la Borsa di Studio I Balzini, ideata da Antonella D’Isanto nel 2014, per festeggiare il trentesimo anno di iscrizione all’AIS Firenze di Vincenzo D’Isanto e per supportare i giovani che si affacciano a questo mondo, ha dimostrato di saperci vedere lungo. La maggior parte dei finalisti delle scorse edizioni sono riusciti, infatti, a convertire la loro passione del vino in una carriera professionale. “Il premio I Balzini” ha confermato Simone Lo Guercio, vincitore della prima edizione della borsa di Studio, nel 2014, ed eletto Miglior Sommelier AIS della Toscana lo scorso giugno, “é stata quella miccia che ha innescato in me la voglia di mettermi in gioco e che oggi mi ha portato a raggiungere un bel traguardo.”

“Un progetto” dichiara Diana D’Isanto, figlia di Antonella e Vincenzo, che adesso conduce l’azienda, “fortemente voluto da mia madre e portato avanti negli anni con sempre più entusiasmo e convinzione. Oltre a un momento per celebrare insieme la comune passione per il vino, la Borsa di Studio è uno strumento finalizzato alla diffusione di una cultura del vino e del bere responsabile.”

I neo Sommelier si contenderanno il podio e l’assegnazione di tre premi, che verranno consegnati il prossimo 2 dicembre in occasione della manifestazione Food&Wine in Progress: un assegno di 700 euro, pari al costo d’iscrizione al corso di terzo livello, con una targa celebrativa per il primo classificato; una doppia Magnum e una Magnum de I Balzini White Label, vino storico dell’azienda, per il secondo e il terzo classificati.

Il Chianti, I Balzini e i suoli vocati al vino

La combinazione tra natura del terreno e fattori climatici rendono un territorio vocato
alla produzione di vini di pregio. Il territorio del Chianti, Classico e zone limitrofe,
presenta una grande variabilità ed eterogeneità di suoli, che influiscono sul comportamento
vegeto-produttivo della vite, sulle caratteristiche dell’uva e su quelle enologiche dei vini.

Si va da terreni con sedimenti di origine marina e lacustri, a suoli provenienti da rocce metamorfiche; l’alberese (calcari marnosi,), il Galestro (argilloscisto friabile); sabbie arenarie, argille marine e lacustri, conglomerati fluviali.

Il suolo influenza il grado zuccherino, l’acidità, il peso dell’acino, i kg di uva prodotti a pianta, la maturazione. Per la produzione di vini rossi di elevata qualità la vite ha vantaggi in suoli che le permettono un limitato vigore, caratterizzato da un apparato fogliare poco rigoglioso e bassa resa a pianta.

Questo dipende molto dalla disponibilità idrica: è fondamentale infatti che non sia mai eccessiva ma comunque costante.

I suoli a I Balzini, in area Chianti e con forti escussioni termiche, sono sabbiosi con sedimenti di origine marina, molto profondi, sciolti, mai troppo fertili e ricchi di acqua; permettono però alle viti di trovare una disponibilità idrica equilibrata e regolare, anche nelle annate più difficili, per questo le viti mantengono un ottimo equilibrio vegeto-produttivo e riescono a portare perfettamente a maturazione l’uva.

Il tutto, unito a un accorto e continuo lavoro manuale che con potatura, gestione della chioma, diradamento dei grappoli e attento controllo della salute della pianta garantisce gli elementi ottimali per ottenere gli eleganti vini aziendali, dalle sensazioni morbide, profumati e sapidi.

I Balzini a Vinitaly omaggiano Giulio Gambelli

In degustazione a Vinitaly, l’ultimo vino del più grande enotecnico della Toscana

Lasciali stare, non ti preoccupare, dagli il loro tempo…“. Poche sono le parole che riescono a esprimere meglio la delicatezza e il rispetto che Giulio Gambelli riservava a quei grappoli che amava guardare crescere con pazienza e profonda fiducia. Poche ma ben impresse nella mente di quelli che, come noi, hanno avuto la fortuna di lavorarci insieme. Un privilegio, il nostro, in parte ancora conservato nelle nostre cantine, tra quelle bottiglie preziose che oltre al vino conservano i ricordi di un’azienda il cui viaggio verso l’eccellenza è iniziato quasi quarantanni fa.

E in cantina, proprio qualche giorno fa, in una mattina dedicata alla degustazione delle vecchie annate, abbiamo aperto una bottiglia de I Balzini 1996. Era un paio di anni che non stappavamo questa annata, essendo esiguo il numero di bottiglie presenti nelle scorte aziendali. I Balzini 1996, allora producevamo una sola etichetta, è stata l’ultima gestita interamente dal grande Giulio Gambelli qui a I Balzini e, non appena il tappo – perfetto – è uscito dal collo della bottiglia, è stato chiaro per tutti noi com l’aggettivo “Grande” fosse il minimo per indicare la figura di Giulio. Mr. Sangiovese, detto anche Bicchierino, trattava l’uva come fosse una persona, la ascoltava e sottolineava spesso l’importanza di lasciare che questa si esprimesse nei tempi che le erano più consoni.

Ed è quella stessa uva che, in questo vino, dopo 22 anni, di certo non lo smentisce. Piuttosto, ci lasciano a bocca aperta l’intensità del rosso rubino con brevi riflessi granati, i pochi sedimenti, l’integrità del suo bouquet olfattivo: sentori di frutta matura, cuoio, spezie, chicchi di caffè tostato. In bocca si presenta fresco, con una bella acidità e un’ottima struttura al palato. Insomma, così come l’uva voleva e come Giulio sapeva vinificarla.

La riscoperta di questo vino è stata una sorpresa meravigliosa che abbiamo deciso di condividere, mettendolo in degustazione durante il Vinitaly (Padiglione 9, Stand A15). Un regalo (ma non sarà l’unico) a tutti quelli che vorranno passare dal nostro stand ma soprattutto un omaggio al maestro Gambelli.

Ancora potatura: Guyot e Capovolto Toscano

La stagione della potatura, specialmente in un inverno piovoso come quello in corso, è ancora in pieno svolgimento. Oltre a quello conosciuto come a Cordone Speronato, qua a I Balzini pratichiamo altri due metodi di potatura: il Guyot e il Capovolto Toscano.

La scelta di uno o un altro metodo prende in considerazione più fattori; come la forma dell’impianto, la varietà coltivata, il clima, il tipo di terreno e, non in ultimo, le aspettative in termini di produzione. A I Balzini l’idea è quella di applicare sistemi di potatura che possano: garantire una più elevata qualità dell’uva rispetto alla quantità; rendere più efficace l’uso di prodotti biologici che agiscono per contatto e non per penetrazione della pianta, come i prodotti sistemici (non biologici).

Il principio su cui si basa il Guyot è quello di eliminare gran parte della vegetazione per individuare da una parte il capo a frutto – da cui si svilupperanno i tralci fruttiferi – e dell’altra lo sperone, da cui nasceranno quei due o tre tralci tra i quali, nella potatura dell’anno seguente, verrà selezionato il nuovo capo a frutto.

Privilegiamo questo metodo di allevamento per le vigne con una produttività minore e solo per certi vitigni. Tra i suoi vantaggi, il Guyot comporta una gestione del verde minore, nel senso che riduce la necessità della potatura verde, molto importante in agricoltura biologica.

Abbastanza simile al Guyot, il cosiddetto Capovolto Toscano, è un metodo che appartiene alla tradizione delle nostre zone e che – seppur limitato in una piccola parte di un vigneto – ci piace mantenere.

Potatura a Cordone Speronato

Contrariamente alla sua apparente tranquillità, l’inverno è un periodo importante e – a suo modo – frenetico per la produzione vitivinicola: in cantina il vino fermenta, richiedendo cure scrupolose e la massima attenzione, mentre in vigna la vite recupera le proprie forze e viene preparata a garantire un’ottima uva.

Due sono le fasi del ciclo vegetativo annuale della vite comunemente distinte: il periodo di riposo (dalla caduta delle foglie alla primavera) e il periodo vegetativo (dalla primavera all’autunno). Nel periodo di riposo l’allevatore è impegnato a dare forma alla pianta e a controllarne la corretta crescita. È il periodo della potatura, atta a garantire alla pianta una buona struttura per il suo naturale rinnovamento.

A I Balzini pratichiamo prevalentemente la forma di allevamento detta a Cordone Speronato*. È un’operazione che, asportando una grande quantità di materiale ligneo, permette di ridurre la quantità dei grappoli e quindi migliorare la qualità delle uve, oltre a diminuire la necessità del diradamento (vendemmia verde). L’allevamento realizzato con questo impianto è costituito da un cordone orizzontale posto a circa 90 cm dal terreno sul quale vengono lasciati 5 o 6 speroni corti a 2, 3 gemme. Inoltre, effettuando il taglio a un paio di centimetri dal nuovo tralcio (il cosiddetto taglio di rispetto), evitiamo alla pianta di subire troppo il gelo. Si comincia dai vigneti più vecchi, in quanto più resistenti all’azione disidratante del freddo.

La scelta del tipo di allevamento è condizionata da diversi fattori che comprendono sia le caratteristiche della vite impiantata sia quelle del terreno e della conformità della vigna. La tecnica del Cordone Speronato richiede una certa distanza tra un filare e l’altro e tra il cordone e il filare. L’obiettivo è quello di evitare le zone d’ombra, e un’eccessiva densità delle piante. Il Cordone Speronato permette di ottenere un impianto uniforme, garantire un buon equilibrio della produzione, una buona esposizione delle foglie e la possibilità di meccanizzare la potatura verde.

Infine, i tralci potati vengono lasciati sul terreno e poi trinciati, per restituire al vigneto una parte di sostanza organica e fungere così da fertilizzante.

*Non è l’unico tipo di potatura che effettuiamo ma chiariremo meglio le varie differenze con un altro articolo.

Quarta edizione della Borsa di Studio I Balzini

Sabato 30 settembre, i migliori neo sommelier della delegazione AIS di Firenze si contenderanno la IV Borsa di Studio “I Balzini”, con una sfida fino all’ultimo calice

Quattro candeline per la Borsa di Studio I Balzini, appuntamento ormai fisso che vede i più promettenti neo Sommelier della delegazione AIS di Firenze impegnati a contendersi un assegno di 700 euro, pari al costo d’iscrizione al corso di terzo livello.

Ideata da Antonella D’Isanto nel 2014, per festeggiare il trentesimo anno di iscrizione all’AIS Firenze del marito Vincenzo D’Isanto – fondatore dell’Azienda Vitivinicola I Balzini –, l’iniziativa ha acquisito via via sempre più consenso e prestigio, grazie anche al supporto della delegazione fiorentina dell’AIS, sempre aperta a sostenere e garantire nuove opportunità per i suoi associati.

Un progetto bellissimo, nato dalla volontà di Antonella e Vincenzo, due grandi amici dell’Associazione, che riescono con il loro lavoro a trasmettere un forte amore per il vino e per il territorio” ha dichiarato dal palco della Stazione Leopolda il Presidente AIS Toscana Osvaldo Baroncelli, in occasione della premiazione dell’edizione 2016 della Borsa di Studio, durante la manifestazione Food&Wine in Progress.

Ed è proprio in un’ottica formativa che la Famiglia D’Isanto continua a impegnarsi in questo progetto che ha come finalità quello di contribuire nella definizione di giovani Sommelier capaci di trasmettere e diffondere una cultura del vino, caposaldo indiscutibile di tutto il territorio toscano, e del bere consapevole.

L’esame prevederà, durante la mattinata, lo svolgimento della prova scritta e di una degustazione bendata, dove i candidati dovranno riconoscere I Balzini tra altri vini. Nel pomeriggio, i tre candidati che avranno ottenuto i migliori risultati si affronteranno in una prova orale, aperta al pubblico, durante la quale dovranno, tra l’altro, raccontare l’azienda.

In palio, oltre al rimborso del corso per il primo classificato e una targa celebrativa, ci saranno anche una doppia Magnum e una Magnum de I Balzini White Label, vino storico dell’azienda, per il secondo e il terzo classificati.

Quando comincia la vendemmia? Ce lo dice il grado Babo

Misurare la concentrazione zuccherina del mosto per capire il grado di maturazione dell’uva e decidere quando raccoglierla

In vista della vendemmia – manca veramente poco – aumentano le cure e i monitoraggi della vigna e dei grappoli. L’attenzione si rivolge a ogni particolare; campioni prelevati da ogni parte del vigneto vengono costantemente inviati ai laboratori di analisi, l’enologo ne aspetta i risultati per poter dare indicazioni a gli operai. Un gran fermento, insomma, che preannuncia uno tra i momenti più importanti per un’azienda agricola: la raccolta.

In questi giorni a I Balzini il nostro Piero è impegnato nella misurazione del grado Babo, l’unità di misura che indica la concentrazione zuccherina contenuta nel mosto prima della fermentazione e che aiuta a determinare il periodo ideale di raccolta.

Come si fa? Si prendono cinque acini da tre differenti grappoli della prima vite dopo il primo palo, poi da dopo il terzo palo (ma dal lato opposto del filare), dal quinto e così via fino in fondo. Per le vigne più piccole facciamo tutti i filari, per quelle grandi andiamo a campione.

Con un passatutto facciamo il mosto e lo filtriamo per metterlo in un cilindro in cui caliamo un termometro speciale che ne misura temperatura e grado Babo. Confrontiamo i valori ottenuti su una tabella e poi l’enologo Barbara Tamburini decide il da farsi: o vendemmiare o ripetere l’operazione il giorno seguente.

Nel nostro caso non vi anticipiamo niente ma vi faremo sapere presto…